Intervista, Sam Mendes e Tom Hanks

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!!*_HyStErIa_*!!
view post Posted on 28/3/2008, 11:24




30 agosto 2002 - Conferenza stampa
Sam Mendes e Tom Hanks
Intervista al regista e al protagonista di "Road to perdition"
di Valerio Salvi

Tremano quasi le gambe di fronte a quel mostro sacro che è Tom Hanks, accompagnato dal regista Sam Mendes per tentare di espugnare la mostra.

Mr. Mendes, questo film fa delle atmosfere uno dei suoi punti di forza, da dove si è ispirato, quali film sono stati importanti?

Ho saccheggiato molte pellicole ambientate negli anni trenta tra cui sicuramente spiccano "Paper Moon" e "Bonnie & Clyde", poi i quadri di Hopper in cui c'è quella calma che volevo dare al tutto, una calma che si spezza bruscamente quando esplode la violenza.

Il film è violento, ma non si percepisce una condanna, come mai?

La pellicola indaga principalmente sugli effetti della violenza sulle persone, sull'animo umano e su come proteggere i propri figli dalla violenza stessa. Se ne vede poca, ma si percepisce tutto intorno.

Nel passaggio dal fumetto al film, sembra che lei abbia modificato il ruolo della Chiesa Cattolica, li abbastanza presente?

Non mi sembra, c'è la frase importante in cui il padre consiglia al figlio di rifugiarsi in chiesa, il fatto che pregano tutte le sere o che comunque va in chiesa. L'abbiamo modificato, ma è sempre presente.

Come ha proceduto per la selezione del cast?

Quando ho ricevuto la sceneggiatura sapevo che Tom era interessato, quindi l'ho interpellato immediatamente, e come vedete è qui. Paul Newman era un mio sogno, oddio credo che sia il sogno di qualunque cineasta.
A me piace avere degli attori che interpretano personaggi per loro nuovi. Per quanto riguarda Daniel Craig volevo qualcuno che entrasse a poco a poco nell'animo degli spettatori sorprendendoli.

La scelta di far vedere un momento di crollo economico americano in contrapposizione ai capitali detenuti da Al Capone, è voluta?

No, io volevo semplicemente rendere l'dea che tutto il fenomeno dei gangster è solo un "business". Loro sono come degli uomini d'affari, particolari se vogliamo. Ad esempio l'ufficio di Nitti e la sua sala d'attesa sembrano quelli di un medico.

Lei ha fatto molto teatro, come è rimasto il suo rapporto con quel mezzo espressivo?

Il teatro mi fa sentire libero, sono felice che esista. In media lavorare ad un copione per il cinema richiede un anno, un anno e mezzo, il teatro è più rapido e più diretto. Io di solito dopo aver terminato un lavoro per il cinema mi ricarico per un anno con il teatro.

Mr. Hanks, per un attimo ho quasi pensato che lei fosse un cattivo "vero", quasi l'Harry Fonda di "C'Era una Volta il West", ma poi non è cos'ì, sopratutto con l'assoluzione finale, perché non praticare una scelta più netta?

Ogni attore vorrebbe fare soltanto grandi ruoli, che so dei Riccardo III o dei Iago e rappresentare il male, i dilemmi e gli angoli oscuri dell'animo umano. L'importante è essere credibile e cercare sempre qualcosa di nuovo che sia una sfida.

Quale è stata la difficoltà che ha incontrato nel dover recitare sia un buon padre che un buon gangster?

Credo che si tratti di trovare la logica della persona che si interpreta. Il personaggio è un gangster perché è un buon padre ed è un buon padre perché è un gangster; va visto come una sorta di "impiegato modello" che fa bene il suo lavoro. È una logica coerente con il personaggio, questo è il trucco capire il personaggio. Penso che avrei dei problemi ad interpretare un personaggio incoerente con le sue azioni.

Nel film si gioca molto sul rapporto tra padre e figlio. Come ha inciso il suo rapporto personale?

Beh il dilemma di un padre è che la sera vai a letto chiedendoti: "cosa ho fatto oggi per rovinare la vita dei miei figli?", fa parte della condizione umana. L'unica cosa certa è che non avrei mai capito il film, né potuto interpretarlo, se non fossi stato padre.

In "Forrest Gump" lei aveva un ruolo che è diventato un mito, dopo questo film non le sembra che Hollywood le stia un pò stretta?

No, assolutamente. Spero che non succeda, se no dove lavorerei?
In quanto ai personaggi, sono tutti mitici quando vengono proiettati sullo schermo, anche se interpretano la vita reale.
L'attenzione che si focalizza su di loro li trasforma in miti, anche perché noi facciamo si che il pubblico si identifichi in loro.

LeI si interessa anche alla produzione, si sente più attore o produttore?

Faccio tutte e due le cose indistintamente, mi piacciono. Inoltre giro il mondo. Insomma è un bel lavoro con dei bei vantaggi. Prendete Venezia ad esempio, sono andato a Piazza S. Marco, ho visto la Deneuve qui dietro le quinte... tutte cose belle...

Il film è uscito in estate in America, ma il suo successo è stato eclissato da un fenomeno improvviso, quello di "My Big Fat Greek Wedding", un film che tra l'altro ha prodotto lei stesso. Come si sente?

Innanzitutto voglio dire che "Road to Perdition" ha avuto comunque successo, anche se inferiorie all'altra pellicola (per la quale non posso che essere contento). Bisogna considerare che il pubblico ha dei gusti variabili e "Big Wedding" è andato a riempire un vuoto che si era creato e per il quale c'era dell'attesa. Non è questo il caso del film di Mendes che non è certo stato realizzato con il preciso intento di soddisfare il pubblico, ma piuttosto di fare un film diverso.

Competerà per l'Oscar con questa interpretazione?

Anche se si dice che la corsa agli Oscar inizia esattamente la settimana dopo che si è chiusa la manifestazione precedente, a me sembra un po' presto per pensarci.
 
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dennyshopgirl
view post Posted on 28/3/2008, 11:38




Grazie pure per questa intervista! xD vabbè si è beccato almeno il Golden Globe per sto film..
 
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1 replies since 28/3/2008, 11:24   95 views
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