Intervista, Spielberg e Tom hanks

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!!*_HyStErIa_*!!
view post Posted on 28/3/2008, 10:21




01 settembre 2004 - Conferenza stampa
"The Terminal"
Intervista a Steven Spielberg e Tom Hanks
di Daniele Sesti

Spielberg: "I film che prediligo? Schindler's List e Salvate il soldato Ryan"!

Il gioco di parole che il protagonista ha con l'uomo russo sul termine "capra" vuole essere un omaggio al cinema di Frank Capra ?

Spielberg Non pensavo ad un tributo a Capra. Anche se per me,
ovviamente, è un complimento essere accostato a Frank Capra.

(A Tom Hanks): Ci può tracciare un breve profilo dei suoi personaggi interpretati fino ad oggi?

Hanks - Devo dire di essere stato molto fortunato. Sono un'artista che lavora della propria bravura. Non avrei mai creduto di poter scegliere di interpretare tutti quei meravigliosi ruoli che ho avuto. Secondo me, hanno fatto un errore ad Hollywood a considerarmi così tanto…

Tra la commedia ed il genere drammatico, quale genere prediligete ? Quali film amate di più di quelli che avete realizzato ?

Spielberg - Più che il genere, quando scelgo di fare un film, prediligo la storia. Deve essere una storia che mi sorprende, commuove e che mi cambia. Scelgo sempre in base a questi tre criteri che giudico dei veri e propri valori. Non penso che ci sia un film che mi rappresenti più di altri anche se mi sento particolarmente legato a "Schindler's List" e a "Salvate il soldato Ryan".

Hanks - Preferisco i film che rappresentano la vita e che sono in funzione di essa. Non prediligo un film in particolare.

E' esistito veramente il personaggio che si descrive nel film ?

Spielberg - Sì, a Parigi all'aeroporto Charles De Gaulle. Per un anno è rimasto in un area dello scalo francese. Poi, dopo aver ottenuto la "liberazione", ha deciso si rimanervi spontaneamente. Ma la storia del film non è tratta da quella persona. Ci siamo solo ispirati alla sua vicenda.

La scena con la telecamera a circuito chiuso è un omaggio a Jacques Tatì ?

Spielberg - Sì, è un omaggio a Tatì. Anche se devo dire che molto è dovuto alla capacità di improvvisazione ed alla creatività di Tom. Abbiamo giocato molto nell'enorme set del terminal. Tom è molto propositivo.

A proposito del set, come è stato costruito ?

Spielberg - E' un set meraviglioso. Il più grande nel quale abbia lavorato nei mie film. Quando ce l'hanno consegnato è stato come ricevere un regalo.

Per quanto tempo avete girato ?

Spielberg - Per tre mesi. E' stata un'esperienza piacevolissima, per nulla faticosa come in altri casi.

Il film può essere letto come una critica alla politica di immigrazione degli Stati Uniti ?

Spielberg - Beh, non è proprio così. In fondo Viktor (il protagonista n.d.r.), va negli Usa per un motivo romantico quasi fantastico e poi decide di tornare spontaneamente nel suo Paese. Diciamo che durante quell'esperienza ha modo di vedere molto dell'America...

Il cinema è ancora una via di fuga per il pubblico da una realtà sempre più negativa ?

Spielberg - Credo di sì. Soprattutto nei momenti più drammatici per l'umanità, Hollywood è lì: o per riprodurre la realtà e quindi aiutarci a comprenderla o per fornirci una via di fuga da essa.

Dopo "Salvate il soldato Ryan" girerà "Salvate il soldato Bush" ?

Hanks - Non credo sia possibile, visto che G.W. Bush non ha mai fatto il soldato…
 
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dennyshopgirl
view post Posted on 28/3/2008, 10:31




Grzie per l'intervista! xD metto quella di Prova a Prendermi dato che ci siamo:


IL PIÙ RILASSATO? LEONARDO DI CAPRIO (PROBABILMENTE È VERO CHE LA SUA permanenza romana di nove mesi per le riprese di 'Gangs of New York' ed i suoi frequenti viaggi nella Capitale per la promozione dei suoi film lo devono far sentire oramai “di casa”!). Il più divertente? Steven Spielberg (capace di ironizzare sulle sue “presunte” difficoltà tecniche alle prese con una radio cuffia poco funzionale e, più in generale, sul suo mestiere di regista con la leggerezza ed intelligenza di un uomo che sa astutamente rispettare e non farsi schiacciare dalle “regole del gioco”). Il più divo/attore? Tom Hanks (che riporta in auge, in tutta la sua splendida forma, il savoir-faire e l’aplomb dei “mitici” attori hollywoodiani!).
E l’occasione di poterli incontrare tutti e tre insieme (regista e protagonisti della divertente ed agrodolce commedia Prova a prendermi) è la migliore offerta che ci potesse capitare di confrontarci con il “top” del cinema americano (oltre i loro nomi, ve ne viene in mente qualcun’altro?) e così scoprire i misteriosi “ingredienti” di tre carriere in continua ascesa in una macchina cinematografica come quella hollywoodiana che tutto macina e ricicla a ritmi vertiginosi!

Come nasce l’idea di raccontare la storia di Frank Abbagnale, imbroglione affascinante e redento?

STEVEN SPIELBERG: Credo che sia una fantastica e sorprendente storia da raccontare! Io ne ho raccontate di diverse, e quando ho conosciuta le vicende di questo imbroglione ho subito pensato che nessuno ci avrebbe creduto... invece è tutto assolutamente vero! Dopo un decennio “dark”, avevo voglia di ritornare a qualcosa di leggero e più divertente... e la vita di Abbagnale rispondeva benissimo a questi requisiti!

Vi è mai capitato di dire bugie o di imbrogliare qualcuno?

LEONARDO DI CAPRIO: Mi ricordo che ho dovuto usare tutto il mio ingegno e fantasia per riuscire ad evitare le interrogazioni di matematica...

STEVEN SPIELBERG: Quand’ero giovane mi è capitato di travestirmi e di spacciarmi per un funzionario di una casa cinematografica ... ma non è mi è stato di molto aiuto! E la bugia che invece dico più spesso è quella di mentire sulla mia reale altezza.

Il tema della paternità è una costante del suo cinema...

STEVEN SPIELBERG: Ho molti figli e quindi posso dire di essere un vero esperto di paternità! I miei genitori sono ancora vivi e con loro, soprattutto adesso, ho un rapporto meraviglioso. E’ risaputo che il mio film E.T sia stato ispirato dalla separazione dei miei genitori: anch’io, come Frank, sono scappato di casa alla notizia del loro divorzio. E’ sicuramente un tema a me molto vicino e credo che ci sia ancora molto da esplorare e scoprire nelle dinamiche padre/figlio.

TOM HANKS: E poi i rapporti padre/figlio rimandano immediatamente ai legami primordiali della vita umana! Trovo giusto che i film si fermino a raccontare questi rapporti così affascinanti e carichi di emozioni.

Vi siete ispirati a qualche commedia in particolare nel caratterizzare i vostri personaggi?

TOM HANKS: Ho molto amato le commedie di Buster Keaton e di Chaplin... e credo che quando sono ben realizzate le commedie abbiano un carattere universale indiscutibile!

STEVEN SPIELBERG: Io ho sempre tenuto nel mio cuore i lavori di Wilder, Lubitsch e Tati... e sono cosciente che è veramente impossibile raggiungere le loro vette!

LEONARDO DI CAPRIO: Principalmente ho molto attinto dalla vita reale di Frank Abbagnale: temevo il nostro primo incontro ma da subito ho percepito il suo fascino che mi ha contagiato e disarmato. Mi ha raccontato la sua storia e particolari della sua vita che non aveva scritto nel suo libro... si è creato alla fine un rapporto personale che mi ha profondamente coinvolto. Sembrava la persona più innocente di questo mondo e credo che sia stato lui ad essere un vero e grande attore!

Questo è il suo primo ruolo in una commedia: ce ne saranno delle altre... come vi è arrivato e che piacere ne ha ricavato?

LEONARDO DI CAPRIO: Non credo che sia esatto definire il film semplicemente come una commedia... è più giocata su toni e sfumature “agrodolci”! E poi ogni film arriva quando meno te lo aspetti... non c’è dietro un percorso cosciente: ciascun lavoro rappresenta una sfida diversa ed io sono felice di affrontarla!

Ma si sente più “preda o cacciatore” nei confronti dei personaggi che si trova ad interpretare?

TOM HANKS: A volte accetto un ruolo ed ho l’immediata ed istintiva comprensione che ci sarà un momento durante le riprese del film che riuscirò a far mio quel determinato personaggio... altre ancora appena leggo una sceneggiatura so già immediatamente come tradurre e farmi interprete delle emozioni del personaggio che devo interpretare: è questa la magia del nostro lavoro!

Anche lei, come Abbagnale, con il suo lavoro ... con le sue storie.... ci racconta menzogne affascinanti....

STEVEN SPIELBERG: Non credo di essere un imbroglione: racconto la verità così come la conosco! E quando non conosco bene il tema di cui mi devo occupare allora mi getto a capofitto in una approfondita ricerca personale. Non ho alcuna intenzione di imbrogliare il pubblico ... mentre alcune volte è nel vendere un film che si prende in giro la gente!

Come nasce la scelta di animare i titoli di testa del suo film?

STEVEN SPIELBERG: Bisogna dare credito agli animatori francesi di aver fatto un bellissimo lavoro: come nei film degli anni ’60-’70 ... ricordo West Side Story... i titoli animati mi servivano per dare subito l’idea dei toni e dell’atmosfera dell’epoca e così ho voluto che lo spettatore sin dall’inizio venisse catapultato in quegli anni.

Come definireste il rapporto tra i vostri personaggi? E com’è andata sul set?

LEONARDO DI CAPRIO: E’ un rapporto di gran solitudine quello che lega le loro vite...

TOM HANKS: C’è una scena molto bella nel film: la vigilia di Natale il mio agente dell’FBI si trova a fissare un pezzettino di carta e la stessa cosa sta facendo Frank... i due hanno molti punti in comune più di quanti essi stessi potessero pensare!

STEVEN SPIELBERG: Leo e Tom se la sono cavati benissimo: capitava che mentre Leo girava una scena, Tom si fermasse a guardarlo e poi, senza che lui se ne accorgesse, si complimentava con me del lavoro del suo collega.... e viceversa! Sono stato veramente felice ed entusiasta di questa loro collaborazione.

Il suo film , al di là della cornice allegra e spensierata, nasconde anche una profonda amarezza...

STEVEN SPIELBERG: Mi piace l’idea che il mio film possa essere letto in diversi modi e possa suscitare reazioni diverse... e così c’è chi ha apprezzato e si è lasciato contagiare dal respiro allegro, comico e spensierato della storia e chi invece ha colto l’amara disillusione di un epoca oramai al tramonto!

Ma lei cosa ha voluto raccontare con questa storia?

STEVEN SPIELBERG: Io non ho alcun messaggio da dare... è appunto il pubblico che deve essere lasciato libero a qualsiasi interpretazione... da parte mia nessun desiderio di addomesticare la loro esperienza e le loro libere menti.

TOM HANKS: I film che mandano messaggi sono solitamente molto noiosi. Invece devono provocare forti vibrazioni nel nostro animo e farci chiedere: “E noi come ci saremmo comportati se ci fossimo trovati nella stessa situazione in cui si trova il personaggio del film?

A che punto della sua ricca ed in continua ascesa carriera pensa di trovarsi adesso?

STEVEN SPIELBERG: Io sono ancora alla ricerca di me stesso... e credo che oggi siano ancora in tanti a farlo! E’ un periodo di transizione... vado a cercarmi in tutti gli angoli... e questo rende ogni giorno diverso e più eclettico il mio lavoro.

Ha già visto Pinocchio, il film del suo caro amico Benigni? Che ne pensa?

STEVEN SPIELBERG: L’ho visto e mi riservo di poterlo vedere in lingua originale con i sottotitoli! L’ho trovato straordinario... mi è molto piaciuta la sua immaginazione, la tristezza profonda e la sua voglia di indagare anche la parte oscura del personaggio.


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